I ragazzini delle elementari di Laigueglia arrivano nel laboratorio della Soprintendenza, a Palazzo Reale, per vedere un dipinto in restauro della loro parrocchiale: la pala della Pentecoste, capolavoro di Castellino Castello.
La maestra, Anna Celant Marino, li incoraggia a riprendere dal vero, con dei disegni, quanto viene loro mostrato. In tutti compare il Parroco con l’ombrello.
A Laigueglia, qualcuno di loro ha anche documentato l’altare spoglio, con la cornice marmorea vuota.
Chiedo a una certa Ilaria, che titola la sua opera La parete sotto il quadro, cosa sia quella sorta di nuvoletta che spunta in alto a destra: “C’è una pittura”, mi spiega, “ma non si vede molto bene”.
In effetti, quel giorno eravamo andati in quattro a ritirare il quadro, ma non ci siamo accorti delle tracce di un decoro affrescato, nello spazio che ora resta scoperto: qualcosa che va riferito alla chiesa precedente, orientata in senso perpendicolare rispetto all’attuale.
Presentando, a Laigueglia, la Pentecoste a restauro terminato non mancherò di elogiare Ilaria, mettendola in notevole imbarazzo; e lei mi regalerà il suo disegno, non so quanto convinta.