Il gentilissimo fruscio
-ma potrei dire sciabordìo –
di questa macchina
che lava le stoviglie
e lascia sempre sui bicchieri un velo chiaro
Rumore d’acqua e di pressione
come un battello nella notte
e io che dormo
in questo tramestìo
non di treno ma di nave o di barcone
(Tra Puerto Lindo e Bacalao
si muove solo il “Margarita”
un natante vecchio e lento
ma affidabile e sicuro come pochi…)
Bàttito calmo di motore
che si fa solo i fatti suoi
placidità
che dura finché dura
e finché dura noi dormiamo come ghiri
E quando ci risveglieremo
sarà per l’immobilità
per il silenzio
che è come a dire un’àncora
che ben poco
che ben poco sa di flussi e movimenti
di flussi e movimenti…
Lo spunto – se di spunto si può parlare – deriva, in realtà, da un insieme di cose.
C’è, anzitutto, un passo di quel libro affascinante di Claude Lévi-Strauss, Tristi tropici: quello in cui il grande antropologo parla delle sue traversate giovanili su certi vecchi piroscafi.
“Ricordo”, lui scrive, “la soddisfazione e la quiete, direi quasi la placida felicità che, nel cuore della notte, viene dalla percezione smorzata della pressione delle macchine e dal fruscìo dell’acqua contro la chiglia: come se il movimento producesse una specie di stabilità, di un’essenza più perfetta dell’immobilità” (mie le sottolineature).
Ed era, invece, proprio l’immobilità subentrata in occasione di uno scalo notturno a determinare un risveglio improvviso: “il fastidio che il corso naturale delle cose sia stato improvvisamente compromesso“.
Con la classica metodicità del single avevo provato, diversi anni fa, a caricare la lavastoviglie al momento di mettermi a letto. Volevo verificare se, a ciclo compiuto, il silenzio della macchina arrivasse a svegliarmi. Di fatto, per me funzionava solo la fase A (motore = addormentamento), e non la B (spegnimento del motore = risveglio).
Meglio così, tutto sommato.
Ho poi pensato di mettere l’intera faccenda in una canzone, dove il “natante vecchio e lento / ma affidabile e sicuro” prende il nome di una vecchia ciabatta di mare (il Margarita) sulla quale ero stato, verso il 1990, in giro per le Cicladi.
Sergio Farinelli ha scelto proprio questo pezzo, Collegamenti, per il videoclip che ha deciso, generosamente, di regalarmi. Ci siamo divertiti non poco a girarlo, soprattutto le sequenze sulla bella barca di Sandro Levrero, una bilancella carlofortina.