Gli anni ’80 e ’90, e la figura dell’ispettore onorario: una funzione rilanciata, ma senza più privilegiare situazioni iper-locali di garbati farmacisti, oziosi rentiers e vecchi professori. Il nuovo ispettore onorario – per lo più uno studente o un neolaureato – ha grinta e idee da condividere col tecnico della Soprintendenza (l’ispettore tout court).
“Mettiamo su una collana?” E si prova a tirarne su una (le ‘Guide del Ponente Ligure’, quadernetti di piccolo formato, veri tascabili, poveri ma belli, tutti in bianco e nero, foto scattate ad hoc). Oppure: “Potremmo presentare certi restauri con una specie di giornale, nuovo nell’impostazione, un’edizione speciale che urli un titolo.” E si imposta il layout del giornale, che questa volta dovrà avere carta opaca e spugnosa, le foto a colori.
Certo, le risorse di quegli anni erano relativamente abbondanti, e lo Stato investiva restauri sul territorio. Ma tutto diventava molto più semplice, se si poteva contare sugli ispettori onorari (quelli di seconda generazione)


 Guide del Ponente Ligure (Genova, De Ferrari, 1993-1996)

  1. Baiardo, a cura di Fulvio Cervini
  2. Taggia. Chiesa e Convento dei Padri Cappuccini, a cura di Fulvio Cervini
  3. Santo Stefano al Mare. Chiesa Parrocchiale e Oratorio, a cura di Fulvio Cervini
  4. Laigueglia. Chiesa Parrocchiale e Oratorio, a cura di Massimo Bartoletti
  5. Vallecrosia, a cura di Massimo Bartoletti
  6. Edifici sacri a Badalucco, a cura di Alessandro Giacobbe