Ci sono passato davanti con Piero Fantoni, sulla strada di Cremona. Ci siamo fermati a fare qualche foto, cercando di capire: poi, a casa, uno indaga un po’.
È villa Biazzi, o se si preferisce il casale Biazzi. Un’azienda agricola alquanto délabré che spicca, isolata, sull’intersezione di via Sesto con via Picenengo. La pianta è rettangolare, con un grande cortile: sul lato minore una dimora padronale, arricchita a un’estremità – verso la strada – da una strana torre spiraliforme (proprio la cosa per cui ci eravamo fermati).
Il progetto dell’insieme si deve a un architetto cremonese, Davide Bergamaschi (1826-1904): lo troviamo pubblicato in un periodico fiorentino, “Ricordi di architettura”, sotto l’anno 1880, con una serie di abbellimenti – il coronamento a guglie e il padiglioncino sulla sommità dell’edificio principale – che non sembrano aver trovato realizzazione.
Se nel prospetto del palazzo di villa prevalgono decori arabeggianti, la torre spiraliforme tradisce un’ispirazione persiano-mesopotamica. Forse, più che alla celebre Malwiyya (Spirale) di Samarra, fa pensare a un altro minareto del IX secolo derivato dalle ziggurat assiro-babilonesi, quello della moschea egiziana di Ibn Tulun, al Cairo.
Poi, si sa: il gioco delle associazioni può non aver fine, e la serie delle immagini evocate arrivare a comprendere le due Torri di Babele di Pieter Bruegel il Vecchio (1563), quella nuovamente spiraliforme di Athanasius Kircher (1679), e con un salto coraggioso, la Torre obliqua concepita da Vladimir Yevgrafovich Tatlin come Monumento per la Terza Internazionale (1919).
E da lì, trascorrere all’imagerie futurista e déco non è più un problema: ci sta dentro anche Fritz Lang con Metropolis (1927).


“Ricordi di architettura: raccolti autografati e pubblicati da una società di architetti fiorentini”, s. I, vol. 3, fasc. 10, FI 1880.

Quando i minareti non ci spaventavano – Wall Street International – (Jacopo Baccani, 10.05.2016)

A. Kircher, Turris Babel, Amsterdam (Janssonius van Waesberge) 1679. Per la tavola con la raffigurazione della Torre: del. Lievin Cruyl, exc. Coenraet Decker.

Delle due Torri di Babele di Pieter Bruegel il vecchio, la Grande (1563) è al Kunsthistorisches Museum di Vienna, la Piccola (1563 c.) al Boijmans van Beuningen di Rotterdam.

[Per la cronaca: a Cremona siamo andati, il 30 gennaio 2017, per lavorare con un’industria grafica, la ‘LGC’, al booklet di Una punta da cinque]