Insomma, ho visto un tipo, un tale, un bonhomme
nella più classica delle baracche
e si cuoceva due uova,
c’era un odore viscerale di uova…
“Vengono tutti qui a vedermi dal vivo”, dice,
“perché la mia è una puzza di vita;
emanazione potente,
non so neppure da cosa dipenda…”
Mi sono messo lì a sedere, ormai che c’ero,
e così abbiamo attaccato a parlare
dell’importanza dei gesti,
anche di quelli molto piccoli, spontanei;
dell’importanza di ogni cosa che facciamo,
anche noi due che parliamo qui dentro,
e se uno muove una mano (così)
è tutta un’aria che si mette in movimento.
Da lì seduti si vedeva un pontile
e mi è venuta la voglia di andarci
perché le tavole suonano,
se ci cammini sopra fanno un bel tuono.
Lui dice: “È vero, là sotto c’è acqua,
è tutto un gioco di onde sonore.
È uno xilofono grande,
mancano solo le bacchette, e un gigante”.